Terra Murata
È in salita la strada che conduce alla Terra Murata. Una salita che i procidani ancora percepiscono come ispida e malinconica. Lassù, nel punto più alto di Procida, c’era il carcere, chiuso dal 1988. Ma il Demanio ha ceduto questa immensa proprietà al Comune.
L’ex penitenziario è uno straordinario complesso monumentale, costituito da quello che in origine era il Palazzo d’Avalos. Edificato tra il 1560 e il 1570 dai d’Avalos, feudatari dell’isola fino al 1729, fu trasformato in Palazzo reale e casino di caccia da Carlo III di Borbone. Successivamente, dal 1815, divenne prima scuola militare, poi prigione e bagno penale per ergastolani.
Una cittadella carceraria a picco sul mare, con mura di cinta, un’imponente porta di accesso e garitte per le sentinelle, che sarà trasformata in polo culturale. Intanto, si possono visitare il cortile cinquecentesco, l’edificio delle celle, con l’infermeria, gli opifici dove lavoravano i detenuti.
Si cammina attoniti, tra brande arrugginite, divise e scarpe consunte, i registri carcerari dell’epoca e altri cimeli. Sbarre e feritoie, tagli di luce e ombre profonde. Nel silenzio sembrano echeggiare il tintinnio delle catene, il suono cupo dei manganelli dei secondini, le voci degli ergastolani.
Qui furono rinchiusi, tra gli altri, lo scrittore e patriota Luigi Settembrini, prigioniero politico dei Borbone, i gerarchi fascisti e i criminali della banda Giuliano.
Procida e la Corricella, il colorato borgo dei pescatori
La Corricella resta l’icona dell’isola nel mondo, con le case a grappolo e i muri vibranti di colore, dominate dal Santuario di Santa Maria delle Grazie.
Il borgo della Corricella si raggiunge solo via mare o a piedi, scendendo delle panoramiche gradinate, come quella del Pennino o la Scura. Il panorama più bello, invece, si gode dal belvedere di Callìa, con vista sul mare, l’isola di Capri e il promontorio di Terra Murata.
Procida, le spiagge più belle
Le spiaggia del Pozzo Vecchio, divenuta celebre per il set de Il Postino di Massimo Troisi, è a cinque minuti di cammino, così come quella di Ciraccio: grazie alla loro esposizione a ovest, qui si riesce a fare il bagno anche fino ai primi di novembre.
Sul versante occidentale c’è l’isolotto di Vivara. Di proprietà privata e collegata all’isola madre di Procida da un lungo ponte pedonale, Vivara è una mezzaluna di terra, disabitata e miracolosamente scampata all’assedio edilizio. In realtà è il margine di un cratere vulcanico oggi sommerso.
Vivara, la riserva naturale di Procida
Per secoli tenuta di caccia dei Borbone, dal 2002 è riserva naturale statale, perché avamposto per gli uccelli di passo in primavera. Accoglie anche un sito archeologico miceneo, tuttora in fase di scavo. L’accesso è regolamentato dal Comune e il percorso di visita è un’escursione di circa un’ora nel folto della macchia mediterranea, dove emergono i ruderi di casali seicenteschi e di epoca borbonica.
Al ritorno, la sosta alla marina della Chiaiolella è d’obbligo.
La Chiesa di Santa Margherita Nuova, nel borgo di Terra murata, è sede di mostre ed eventi culturali.