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Hostaria Bacco, alle origini di Slow Food in Campania

07-Ottobre-2016

La storia dell’ Hostaria Bacco parte da lontano, precisamente nel 1930 dopo l’apertura della strada, una delle più belle della Costiera Amalfitana, che da Agerola porta ad Amalfi passando per Conca.

Una tradizione o meglio ancora, una genuinità che denota una famiglia intera, quella di Raffaele Ferraioli e di sua moglie Erminia, i quali hanno fatto della bontà dei prodotti tipici e dei sapori autentici, le materie fondamentali per l’istruzione e l’educazione dei propri figli: Andrea, presidente della condotta Slow Food Costa d’Amalfi, Letizia responsabile del reparto camere di Bacco, Gianmaria titolare del ristorante “Il Riccio” di Manhattan e Domenico, responsabile di sale dell’Hostaria.

Generazioni, le loro, dedite al lavoro semplice e alla salvaguardia del territorio; gente che ogni giorno apre le porte del proprio ristorante non solo sul mare ma anche per il viandante che si ferma a Furore alla ricerca di un pasto magistrale presso un paese “che non c’è”, il luogo dei dipinti, il territorio che, abbagliato dal sole, custodisce i prodotti buoni.

Ma questo luogo è anche stato il primo riferimento di Slow Food: Vito Puglia, fondatore dell’associazione al Sud, con il supporto di Raffaele Ferraioli, ha avuto in questo covo tutte le intuizioni che adesso sembrano scontate ma che all’epoca, quando parlare di agricoltura era una cosa solo per specialisti, è stato un fatto assolutamente rivoluzionario. Il culto del bello, del buono, del giusto e del pulito è nato in questo albergo appollaiato sui tornanti più spettacolari della Costiera.

Erano gli anni ’40 quando ad occupare i tavoli del ristorante erano Federico Fellini ed Anna Magnani i quali, dopo le riprese del film “L’amore”, erano soliti cenare da Bacco e fare propri usanze e pietanze, tanto che  un fiasco impagliato usato per servire il vino, è divenuto protagonista di una scena del film stesso.

Da quel giorno nulla è cambiato: ai fornelli c’è sempre Erminia, cuoca d’eccellenza, la quale mette in pratica i consigli di suo marito Raffaele, colui che nella vita non solo fa il ristoratore ma anche il sindaco, ormai da più di qualche mandato.

Raffaele è il padrone di casa; volteggia in sala come un vero Cicerone sa fare, intrattenendo i propri ospiti con aneddoti e pezzi di cultura, completando il viaggio enogastronomico fra storia e leggenda.

Lui che forse avrà udito la voce delle “janare furitane”, altrimenti non riusciremmo a spiegarci la sua infinita cultura che va dal sacro al profano ed è racchiusa nei suoi tanti libri.

Erminia invece è la sposa ideale, colei che si è sempre dedicata alla casa e alla cucina, custodendo le ricette di un tempo, tramandate di madre in figlia. Una donna che ha una storia ma anche un braccio destro validissimo: Pietro Cuomo, lo chef dell’Hostaria Bacco.

Insieme hanno messo su un duo che non smette mai di stupire, un binomio che riesce a compensarsi senza mai perdere l’equilibrio: Erminia è la tradizione, Pietro l’innovazione. Quel che ne esce è una cucina semplice in continua crescita e sperimentazione, dove tutto è fatto in casa, a partire dalla passata di pomodoro, al pane, alla pasta, arrivando fino ai liquori.

La cena che ci viene servita è ricca di storia e fatti, sapientemente spiegataci dal sindaco con pazienza ed estrema voglia di raccontare.

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