Pe’ cient’ate anne! Cu ‘na bona ciorta e ‘na bona salute!”. E’ questo il messaggio augurale, rigorosamente in vernacolo, che teniamo a rivolgere all’antica Hostaria di Bacco di Furore, in vista de traguardo dei primi novant’anni di attività. Un ristorante gourmet e hotel boutique di grande fascino e di consolidata notorietà in Costa d’Amalfi, un locale di antica tradizione, gestito ancora oggi gestito con passione e competenza dalla famiglia Ferraioli da quattro generazioni. Qui Raffaele Viviani compose una breve canzone, riportata nel registro degli ospiti degli anni Quaranta, che così descrive la sua esperienza da Bacco: “‘Na loggia scicca ca è ‘nu belvedere, ‘nu piatto e vermecielle ca par’oro e pe’ tramente magne e guarde ‘o mare!”.
Segnalato dalla Guida Michelin e da numerosi altri advisor, Bacco di Furore rientra nella prestigiosa Unione dei Ristoranti delBuon Ricordo, fondata dal Touring Club e che conta poco più di cento locali (di cui quattro in Campania: lo Stuzzichino di Sant’Agata sui due Golfi, il M’ama di Praiano, Pascalò di Vietri sul Marre) tutti di livello medio-alto disseminati in Italia.
Il giovane Domenico Ferraioli, figlio d’arte e vero anfitrione, anticipa l’evento in programma per fine settembre in occasione del 90esimo anniversario: «Il nostro locale compie novant’anni e stiamo organizzando una grande festa – ci anticipa – . Pur avendo quasi un secolo di vita possiamo ben dire che in esso non si avverte la stanchezza e il calo d’entusiasmo. Questa vivacità è dovuta all’atmosfera di calda accoglienza che ci sforziamo di assicurare ai nostri graditi ospiti. Ricordare, rammentare, impegnare il cuore o la mente, coinvolgere l’anima o l’intelletto? Quel che conta è costruire un ricordo positivo. Vorremmo che i nostri ospiti conservassero del nostro ristorante sempre un buon ricordo! Questo 2020 ci ha messo a dura prova ma ci siamo e abbiamo ritrovato i nostri ragazzi, la nostra squadra ancora più coesa e appassionata e nuovi fantastici arrivi che hanno aggiunto valore, prestigio e anima» .
Non a caso è da quattro generazioni che i Ferraioli si sforzano di professare il loro credo di buoni profeti della cucina cosiddetta della “Volpe Pescatrice”, coniugata fra mare e terra e rispettosa del territorio e della stagione.
Fu, infatti, nonno Raffaele Ferraioli (da non confondere con il nipote omonimo, mitico sindaco di Furore) ad aprire nel lontano 1930 questa “trattoria” (così venivano chiamati all’epoca questi caratteristici locali con cucina “casareccia”).
Sono passati ben novanta anni da allora e ne mancano solo dieci per tagliare il traguardo dei cento anni. A settembre sarà festa grande: i preparativi sono già in atto da tempo per ricordare, raccontare, degustare, riproporre uno spezzone di storia di Furore e di una famiglia unita dall’amore per le tradizioni e la buona tavola.