È in una villa di Vico Equense, ad esempio, che va in scena una dei momenti più esilaranti del film. Durante un pranzo estivo al fresco del pergolato, la signora Gentile addenta una mozzarella con le mani, coperta dalla sua pelliccia mentre insulta i presenti. E poi un susseguirsi di mare e costa, bagni, barche e meraviglia di questa zona. Ispirati da queste scene, costruiamo un itinerario di primavera nella Penisola Sorrentina, tra formaggi da addentare, ristoranti necessari e una selezione di tappe memorabili.
Furore, l’accoglienza calorosa sopra un fiordo
Dici fiordo e pensi ai paesaggi del Nord Europa e ai gelidi approdi, eppure c’è un braccio di mare che si addentra nella costa anche in Costiera Amalfitana. Il fiordo di Furore è uno spaccato di mare nella natura che difficilmente lascia indifferenti. Ci sono tutti gli elementi tipici di un sogno di Costiera: una spiaggia semi nascosta, un panorama che gioca di continuo con la luce del sole mentre, sulla strada in alto, sfrecciano Vespe Piaggio con a bordo coppie di turisti asiatici che ci piace pensare innamorati. La fatica fatta nel traffico incontrato per arrivare fin qui verrà ripagata.
Ci sono altri motivi per cui può valere la pena rimanere ancora a Furore, oltre il fiordo. Visitare la cantina Marisa Cuomo, ad esempio. Fondata da una delle prime donne imprenditrici del vino nel Sud Italia, è un’azienda che ha saputo ricavare dalle rocce a strapiombo sul mare i frutti e gli spazi necessari per produrre duecentomila bottiglie circa all’anno di vini che, in qualche caso, si definiscono estremi.
Di fronte alle grotte in cui si conserva il vino di Marisa Cuomo, c’è un’altra realtà che merita una sosta e magari un pernotto. Bacco Furore – Albergo Dipinto e Hostaria è l’espressione della migliore accoglienza che si può trovare da queste parti. Domenico è il volto di questo luogo, nato come trattoria su strada ed evoluto a luogo di accoglienza e vacanza.
Il ristorante, nel tempo, è diventato un’oasi di piacere gastronomico dove si intrecciano molto bene la cucina locale e un servizio piacevole, con il valore aggiunto di una sala che guarda al mare. I piatti di pesce sono irrinunciabili, tutti pensati dalla donna che ha gestito la cucina di questo ristorante per lunghissimo tempo, Erminia Cuomo. Oggi Erminia segue l’attività di Bacco con lo sguardo, preoccupandosi che il calore di questo locale rimanga immutano, come l’integrità di ogni piatto.
Ma Bacco è anche hotel. Con nove luminose camere d’arte tutte ispirate da un artista diverso, ma accomunate da un affaccio piuttosto indimenticabile, specie alle prime ore del mattino, appena svegli. Una residenza piacevole, al punto da fare il suo ingresso in Teritoria, la guida che riunisce indirizzi di ristoranti, alberghi e realtà impegnate in un’ospitalità autentica e sostenibile.
Non andate via da Bacco Furore senza aver bevuto un caffè, preparato a regola d’arte da Fernando. Mentre lo bevete, fatevi raccontare la sua storia e la sua filosofia sulla tazzina.
Agerola tra fior di latte e Monti Lattari
Abbandonate per un attimo l’idea del mare per fare un’esperienza di Penisola Sorrentina assai più sorprendente, servono solo scarpe comode, voglia di camminare e una passione per il fior di latte. Si parte da Agerola, il comune della provincia di Napoli che ha sviluppato una particolare tradizione casearia. Qui si produce un fior di latte speciale con una tecnica agerolese che ha reso questo latticino ideale per la pizza, e non solo, in quanto ha un concentrato sapore di latte, ma non rilascia liquido in cottura. Un prodotto asciutto fatto con il latte di mucche allevate sui monti Lattari e con un processo di filatura più lungo di un comune fior di latte. La Fattoria del Castello è uno dei piccoli caseifici del posto dove è possibile fare quella che loro chiamano la milk experience, una full immersion tra degustazione di formaggi e magari anche di produzione, immergendo le mani nella pasta filata per formare il fior di latte.
Se volete andare a trovare le mucche, invece, Agerola è anche punto di partenza per il trekking del Sentiero degli Dei, uno dei percorsi più belli per andare alla scoperta dei monti Lattari, le montagne che sovrastano la Costiera Amalfitana e quella Sorrentina. Non serve aggiungere altro per lasciare immaginare lo spettacolo che può riservarvi questa camminata, che parte proprio da Agerola e si conclude a Positano.
Sorrento, la cucina intima di una meta globale
È uno dei luoghi epicentro del boom turistico di questa zona. Chi non ama il traffico di gente che si ferma all’improvviso per fotografare uno scorcio potrebbe preferire sfuggire a Sorrento, per cercare aree meno affollato e altrettanto suggestive. Ma spesso passare per posti così famosi è una tappa obbligata, non rimane che renderla speciale. A rendere speciale Sorrento ci pensa Il buco, il ristorante con stella Michelin e dentro al circuito Teritoria, guidato dallo chef Peppe Aversa e che meglio sa raccontare l’autentica cucina locale in un territorio che, per via del turismo, rischia di dimenticare la sua autenticità. I legumi, richiamo alla cucina rurale di un tempo, si mescolano in modo eccellente al pescato del mare. Il risultato spicca specialmente nei primi piatti dove si ritrova una speciale intimità con il gusto. I sentori di limoni di Costiera non si fanno mancare in questa cucina che culmina con una selezione di dolci che rischiano di farvi sobbalzare dalla sedia per la gioia.
Se vi stuzzica l’idea di un pranzo sotto un pergolato fatto di alberi di limone, cercate su Maps ‘O Parrucchiano, un ristorante storico, nato nel 1860, e che conserva buona parte del fascino del tempo nelle sue sale, mescolandosi al gusto della natura. Questo è il locale al quale si attribuisce la nascita di uno dei piatti tipici della zona, diventato nel tempo un piatto delle feste di mezza Italia: i cannelloni. Secondo i racconti storici, ’O Parrucchiano è uno dei locali che per primi hanno proposto questo piatto, contendendosi l’invenzione della ricetta con il ristorante dell’allora Hotel Cappuccini di Amalfi (era il 1924). Poco importa di chi sia l’ideatore, sta di fatto che ancora oggi i cannelloni (o strascinati) al ristorante sono possibili.
Vico Equense, la Costiera sotto un manto di stelle
Chi frequenta gli eventi del cibo non può pensare a Vico Equense come una delle mete più desiderate durante i giorni di Festa a Vico, l’evento voluto e cresciuto dallo chef Gennaro Esposito che si appresta ad avviare l’edizione numero ventidue, dal 9 al 11 giugno 2025. Passare per Vico durante la primavera, anche in periodi lontani dall’evento gastronomico, significa godersi il panorama della Costiera Sorrentina assicurandosi un’esperienza gastronomica notevole in alcuni degli indirizzi della zona. Ovviamente, il ristorante del sopra citato chef Gennarino Esposito è uno di questi. Torre del Saracino è un progetto avviato nel 1991 a Seiano, frazione di Vico E. Nel 2001 conquista la prima stella a cui seguì la seconda nel 2008. Dal tavolo di questo locale si gode il privilegio di assaporare una cucina campana autoriale, dalle mani di un visionario della tradizione locale.
È piuttosto facile scrutare le stelle intorno a Vico. Sarà il fascino della Costiera a ispirare gli chef, o la ricchezza degli ingredienti di cui dispone questa terra, ma basta spostarsi di poco per attraccare in un altro spazio della cucina gastronomica. L’Antica Osteria Nonna Rosa è il ristorante stellato dello chef Peppe Guida, talento del luogo e reso star dalla serie Netflix “Chef’s Table”, con una puntata intera sul suo lavoro durante la stagione intitolata “Noodles”.
La cucina di questo ristorante è tanto un rifugio quanto un lusso. Guida è uno chef autodidatta che guarda molto alla natura dalla quale provengono gli ingredienti che sceglie di cucinare. Proprio per questo, lo chef ha avviato un secondo progetto dove si trova il suo orto: Villa Rosa “La Casa di Lella” è un indirizzo della campagna fuori Vico, con un ristorante aperto durante l’estate che, ancora di più, racconta l’essenza dello stare a tavola secondo Peppe Guida. Tenetevi informati sull’apertura di questa stagione. Se non sarà aperto per Pasqua, potrete sempre ripiegare sull’acquisto di una delle sue specialità: colomba, pastiera o casatiello?
Restiamo a Vico per spostarci in una sua frazione vicina al mare, a Seiano, per una suggestione piuttosto esclusiva, di quelle che una notte ne vale mille. Il Grand Hotel Angiolieri è una delle strutture ricettive più antiche e belle della zona. Recuperato da un’antica villa romana, ha visto diverse trasformazioni, ma è stato ben conservato fino alla sua struttura attuale, dove le camere sono un sogno nel comfort e nell’arredamento, ma più che altro per la vista esclusiva sul mare di cui godono le camere. Il rischio è di fare un bagno nella vasca idromassaggio privata posta nel giardino della camera, guardando il Mar Tirreno. Certe volte, la felicità la si può trovare anche solo in una camera dal grande comfort, certi di essere circondati da tanta bellezza.
Parte del circuito Teritoria, di cui Alain Ducasse è Brand President, il Grand Hotel Angiolieri raccoglie tutte le atmosfere di una Costiera esclusiva, dove abbandonarsi ai piccoli suoni di una natura viva e pulsante.
Chiudiamo il viaggio in Costiera proprio a Vico, così come abbiamo iniziato: parlando di mozzarelle. Se la Signora Gentile del film di Sorrentino addentava una succosa mozzarella di bufala in una villa di Vico, voi potrete chiudere con una fior di latte del Caseificio De Gennaro, uno dei caseifici storici della Campania, giunto alla quinta generazione, famoso per la produzione del Provolone del Monaco Dop, il formaggio semiduro a pasta filata, a media o lunga stagionatura, fatto nel territorio dei Monti Lattari. La loro è una produzione eccellente di caciocavalli lavorati in vario modo. Notevole lo speziato, un formaggio a pasta filata arricchito di peperoncino e semi di finocchio che potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio per il ritorno a casa.