Sono davvero tanti i modi di cucinare le vivande, ma non tutti possono essere considerati esenti da critiche.
Quando si butta via il liquido di cottura ci si libera delle sostanze piu’ preziose, sia in termini nutritivi che di gusto. Paradossalmente si conserva lo scarto e si getta il buono.
Il rischio è ancora più grande quando si cucina il pesce. Ecco perché la zuppa è forse il modo più corretto di imprigionare profumi, sapori e valori nutritivi del pescato.
Una “mescafrancesca” che cattura e conserva tutte le sostanze contenute nel cibo per donarle a chi mangia, si nutre e gode del cibo, riuscendo a coglierne tutte le fragranze piu’ nascoste.
Andando in giro per l’Italia, ci si imbatte in nomi diversi di questo piatto che pure deve essere considerata una pietanza storica.
Diamo qui di seguito un’occhiata alla diverse denominazioni di regione in regione:
“Chi ‘a chiama Cacciucco e chi Ciambotta,
chi Sa Cassola e chi Matalotta.
E’ ‘na Burridda o ‘nu Brodetto?
Dipende sulo a che pesce ce metto…
E ‘o Ciupin in che consiste?
O’ sape sulo Gesu Cristo..
Magnete ‘a Zuppa ‘e ll’Hostaria
E si sicuro che t’arrecrie!”