Correva l’anno 1947 Anna quando Magnani e Roberto Rossellini, innamorati, vennero a girare in Costa Amalfi, fra Maiori e Furore, il secondo episodio, intitolato “I Miracolo del loro film “L’Amore”. Nannarella si alzava tardissimo e prima delle due pomeridiane non andava in scena. Continuava a dire “Robè, tu lo sai: io di mattina ho le rughe. Vulisse l’arte a primma matina? Per questa sua abitudine inveterata si faceva tardi la sera e per cenare salivano su in paese con la splendida Isotta Fraschini, e si fermavano da Bacco. Anna amava molto la pasta, quella fatta in casa da Mamma Letizia. Ordinava un bel piatto di Ferrazzuoli, salvo poi pentirsi e correre dietro al cameriere (mio padre) raccomandandogli “Don André, a me mezza porzione!” Questa frase era diventata talmente abituale che Roberto la usava per “sfruculiaria: “Nannare’, mezza porzione!” A volte si accompagnava alla coppia l’amico Federico Fellini che, appena arrivava, prima ancora di sedersi a tavola, si faceva portare una scheggia di Provolone del Monaco o, in mancanza, di Parmigiano. Lui amava chiamarla “una scheggia”, tanto da guadagnarsi presto l’appellativo di “Federico ‘a scheggia”.
Quando girarono l’ incontro sulle colline di Capo D’orso fra Mariuccia e il viandante muto, scambiato per San Giuseppe, interpretato da Fellini, il fiasco impagliato, galeotto, che sedusse la mentecatta era stato preso la sera prima al tavolo della Trattoria e portato in scena. Sono passati oltre settant’anni da allora e questa sorta di reliquia viene gelosamente custodita fra i cimeli più preziosi dell’Hostaria. In questo stesso luogo si consumo’, di li’ a poco, la fine dell’idillio fra Roberto e Nannarella.
Ingrid Bergman, la diva hollywoodiana più celebrata di quegli anni, avendo visto in America il film “Roma, città aperta” e avendolo molto apprazzato, scrisse una lettera di congratulazioni al regista, non trascurando di proporsi come interprete in sue future produzioni. La missiva era scritta in inglese, ma si concludeva cosi: “I don’t speak italian. I know only saying “Ti amo”! Rossellini non resto’ insensibile a tale messaggio. Segui’ uno scambio di telefonate fra i due che concordarono appuntamento a Roma, Nannarella riusci’ a sbirciare sul telegramma col quale Ingrid preannunciava il suo arrivo a Ciampino e chiedeva di essere prelevata come d’intesa. Scoperta la tresca, Nannarella accompagno’ regolarmente a cena Roberto, ordino’ un piatto di vermicelli e appena l’ebbe davanti lo prese e lo pianto’ in faccia a Rossellini, esclamando: “A Robe’, tie’!”
Cosi fini’ l’ idillio fra due grandi protagonisti storici del Cinema italiano.
Ingredienti
350 g di ferrazzuoli (pasta al ferretto) di Gragnano
200 g di polpa di pomodorini del “piennolo”
1 spicchio d’aglio
500 g di pesce spada affumicato preferibilmente ventresca
30 g di pinoli
30 g di uva passa
un mazzetto di rucola
peperoncino
olio extravergine
sale
Preparazione
Soffrigete l’aglio col peperoncino, unite la polpa dei pomodorini, i pinoli, l’uvetta e il pesce spada tagliato a dadini. Cuocete a fuoco vivo.
Lessate e scolate i ferrazzuoli, riversateli in padella con la rucola, fate saltare il tutto e servite decorando con foglie di rucola.
Vino abbinato: Bianco Costa d’Amalfi DOC Furore