Correva l’anno 1946 quando nel Fiordo il regista cinematografico Gianni Franciolini venne a girare “Notte di Tempesta” con Marina Berti, allora giovanissima e alle prime armi, Fosco Giachetti e Giacomo Rondinella.
Tratta dal dramma “Pescatori” di Raffaele Viviani è la storia di una famiglia retta da un patrigno che si invaghisce in maniera ossessiva della giovane figliastra Caterina fino ad approfittare di lei. Il fratello della ragazza viene a sapere della violenza subita dalla sorella e decide di uscire in barca col patrigno nonostante la tempesta, anzi ne approfitta per far fuori il reo e salvare l’onore della famiglia.
L’anno dopo fu il turno di Roberto Rossellini, Anna Magnani e Federico Fellini con “Il Miracolo”, secondo episodio del film “L’ amore” a consacrare questi luoghi quali set cinematografici di eccezionale fascino.
La vicenda vede protagonista una mendicante, una povera matta di paese che rimane incinta di un viandante scambiato per San Giuseppe. Quando i suoi amici si accorgono dell’accaduto la dileggiano fino a costringerla a scappare e a partorire in compagnia di una capra nel campanile di una chiesa (quella di San Michele a Furore) , sola e con la convinzione di aver messo al mondo un figlio divino.
Il “fattaccio” avviene sulle colline di Capo d’ Orso dove Mariuccia intenta a pascolare le capre s’imbatte in Fellini, presunto San Giuseppe. Galeotto è il fiasco di Furore rosso, prelevato la sera prima dal tavolo imbandito della Trattoria Bacco e portato in scena. Bastano poche sorsate e “il miracolo” è compiuto.
Morale della favola: Furore è il vino che seduce!